venerdì 17 aprile 2015

Caligola di Salvatore Della Villa [COMMENTO TEATRO]

Ieri ho visto l'anteprima di Caligola di Salvatore della Villa. 
Questo il mio commento. 


"Ma non sono pazzo e posso dire perfino di non essere mai stato così ragionevole come ora. Semplicemente mi sono sentito all'improvviso un bisogno di impossibile. Le cose così come sono non mi sembrano soddisfacenti. [...] È vero, ma non lo sapevo prima. Adesso lo so. Questo mondo così com'è fatto non è sopportabile. Ho bisogno della luna, o della felicità o dell'immortalità, di qualcosa che sia demente forse, ma che non sia di questo mondo."

Caligola fu un mostro, assetato di potere.
Ma anche un uomo, forse il più uomo tra tutti i suoi sudditi.
Il cuore trafitto per la morte della sua amata Drusilla lo fece impazzire.

Salvatore Della Villa e la sua compagnia mettono in scena il personaggio di Caligola, tratto dal capolavoro di Albert Camus.
Nello sfarzo e nello scempio etico e morale della politica nostrana, l'attore, in veste anche di regista, sviluppa  l'opera adattandola nella nostra epoca e incastrandola perfettamente.


Il racconto di un uomo folle ma profondamente umano. 

"Non lasciarmi, Drusilla. Ho paura. Ho paura dell'immensa solitudine dei mostri. Non andartene."

Carico di simbolismo, di passione e di inquietante vicinanza con i più recenti dittatori, Caligola respira di una forza drammatica potente e vigorosa, tragica e distruttiva. 
Si spoglia e si veste di simboli l'imperatore romano, di casacche, di camice e di divise. 
Il regista attore costruisce il personaggio con un abilità corporale, una profonda consapevolezza della scena.
E agita il corpo, provoca e si dimostra a suo agio in un sesso volgare e violento. 
Della Villa dirige e prende possesso della scena, senza mai strafare o gigioneggiare per ego, lasciando così spazio ai suoi co - protagonisti. 
Gli attori vestiti dei panni moderni, creano le antitesi della mostruosità della follia e dell'inganno. 
Della paura e del coraggio. 
Il tutto racchiuso in una direzione del palcoscenico con effetti sonori roboanti, fumi e due bellissime trovate meta teatrali. 
Che imbastiscono un'atmosfera mesta e ansiosa fino la fine.

Un finale tristemente già scritto fin dall'inizio. 
Il finale inarrestabilmente funesto per chi gioca con la libertà degli uomini. 

Appuntamento a quest'estate!

marco de mitri ®

Nessun commento:

Posta un commento