mercoledì 8 gennaio 2014

The Juliette Society di Sasha Grey [Recensione]

Brillante, disinibita ma per alcuni solo un prodotto del marketing, la discussa Sasha Grey imbocca la strada della scrittura con The Juliette Society, suo esordio letterario.



"Prima di cominciare chiariamoci.
[...]
Non scandalizzatevi di quanto leggerete in queste pagine".

Ora, parlare di Marina Ann Hantzis, così all'anagrafe, fa venire un rossore da vergogna in viso perchè nell'immaginario collettivo il suo è un nome collegato all'ambiente del porno; una ex pornostar che a ventiduenni ha già un curriculum lungo quanto quello di Jenna Jamenson.

L'interesse del lettore comune verso la sua narrativa è sicuramente dovuto alla fama del personaggio Sasha Grey ma c'è anche un motivo ben più profondo che potrebbe invitare all'acquisto ed è il desiderio di conoscere come abbia messo in pratica le suggestioni prodotte dalla carriera da pornostar.

Edito da Rizzoli per la collana Controtempo, il romanzo racconta di Catherine, bella e sensuale, e della scoperta di un sesso violento, sadico e surreale; ad accompagnarla come il bianco coniglio in Alice nel Paese delle Meraviglie, la libidinosa Anna, amica fidata. Il rapporto tra entrambe è paritetico e a metà lettura si ha la sensazione di un personaggio solo invece di due, in una ambivalenza, sono opposti complementari. In questo è stato reso complice sicuramente l'influenza della filosofia del doppio di Fight Club, libro preferito dall'autrice come da lei più volte dichiarato.

Sebbene non si tratta di una lettura impegnativa, la sua è una opera contornata da una miriade di citazioni e riferimenti cinematografici e con una attenta e interessante descrizione dell'atto sessuale.
È un ritratto crudo con piccole estensioni romantiche quello descritto.

In The Juliette Society, difatti, confluiscono principalmente le influenze del Marchese de Sade, evidenti fin dal titolo. Non solo. Sono numerosi i richiami al cinema di Orson Welles, Alfred Hitchcock, Jean - Luc Godard ma anche Bunuel e Stanley Kubrick. In questo modo l'autrice punta a crerare un doppio binario in cui la scena descritta è proiettata anche visivamente nella mente del lettore, in un tentativo alternativo di renderlo partecipare attivamente. Inoltre è consapevole di non avere la verve di Bret Easton Ellis ma riesce a sfruttare il fascino piccante del suo personaggio e andare oltre il semplicistico concetto del racconto scandalo.
Intraprende così una esplorazione della femminilità, in tutte le sfaccettature più riprovevoli, senza timore di risultare irrispettosa, la giovane autrice mette in scena un racconto personale, intimo, con un contorno di personaggi ben caratterizzati nelle loro peculiarità. Il ritmo è dettato dalla routine di Catherine ed è ben costruito; si ha la sensazione di vestirne completamente i panni in giro per il suo micromondo sino l'entrata nella Juliett Society.
Che non è dei "[...] Massoni, del club Bilderbergm del Bohemien nè di tutte quelle altre denominazioni rifritte dietro le quali si nascondono gli interessi commerciali di ingenue combriccole da teoria della cospirazione". Strizza l'occhio quindi all'immagine evocata dai teorici dei complotti e da quel substrato pop che desta particolare fermento tra gli internauti.

L'erotismo del romanzo suscita l'immediato confronto con Cinquanta Sfumature di Grigio, scongiurato da una ricerca stilistica ed espositiva volta a far esplodere l'apparente banale pornografia, portando avanti l'idea di un sesso in cui la dominazione è più di un elemento intrinseco dell'amore: è conquista della libertà sessuale, è il volto autentico della femminilità nascosto dal perbenismo e dal timore di infrangere la dura legge della morale comune.

Nell'insieme una brillante prova quella della Grey, che le permette di reinventarsi con stile e allontanare il cliché del prodotto di successo perchè di un personaggio famoso.

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